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Il complesso conventuale, comprendente la chiesa di Santa Maria Novella, ebbe origine nel 1221, quando i Domenicani (a Firenze dal 1219) ottennero la chiesa di S. Maria, detta delle Vigne per i dintorni rurali, consacrata nel 1049 o 1094, le cui vestigia sono in corso di ritrovamento negli scavi condotti sotto l’attuale sagrestia. Nel 1278, mentre si costruivano i primi fabbricati conventuali, fu fondata la nuova chiesa. Primi architetti del complesso urono fra’ Sisto e fra’ Ristoro, seguiti da fra’ Jacopo Talenti e fra’ Giovanni da Campi. Verso la metà del Trecento, la chiesa era in gran parte già edificata, compreso il campanile, ma, solo nel 1420, fu consacrata da papa Martino V. La primitiva facciata gotica, rimasta incompiuta, includeva, nel registro inferiore, sei avelli archiacuti e i due portali minori, mentre, nella parte superiore, esisteva il grande rosone. Soltanto nel 1458 circa, il facoltoso Giovanni
di Paolo Rucellai iniziò a finanziare la nuova facciata, secondo il progetto di Leon Battista Alberti. Gli elementi gotici preesistenti furono inseriti dall’Alberti in un maestoso disegno gremito di citazioni dall’architettura classica, nel quale, nonostante la giustapposizione stilistica, le due diverse parti si armonizzano grazie all’inserimento in un sistema di rapporti proporzionali, nonché all’adozione della medesima tecnica, l’incrostazione in marmo bianco e nero-verde, tipica dell’architettura toscana medioevale. L’interno è a croce latina, divisa in tre navate da pilastri polistili in pietra forte, che sostengono archi e volte ogivali a crociera intonacati. L’antica chiesa conserva al suo interno capolavori come “La Trinità” di Masaccio (1427) e, nel transetto, i vivaci cicli pittorici rinascimentali di Domenico Ghirlandaio, con le Storie della Vergine (1485-1490) e di Filippino Lippi, raffiguranti le Storie dei SS. Filippo e Giovanni (1497-1502) e i celebri ‘crocifissi’ di Brunelleschi (1410) e di Giotto (1290-1295). Quest’ultimo, dopo 12 anni di restauro, è stato ricollocato, nel 2001, nella posizione originale, mantenuta fino al 1421, al centro della navata principale, a 45 metri di altezza. L’Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella in Firenze. A Firenze, a un passo dalla famosa piazza omonima e dalla Stazione Centrale, al n.16 di Via della Scala, si trova una delle più antiche farmacie del mondo: l’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella che, con il suo patrimonio storico, artistico e artigianale, vive, da secoli, in simbiosi con la città di Firenze. L’Officina racchiude nelle sue sale, come in uno scrigno, dei veri gioielli: affreschi, arredi e antichi strumenti di farmacia e, soprattutto, i suoi prodotti, una gamma vastissima di preparazioni, che riescono ad affascinare anche il pubblico più esigente. L’Antica Farmacia lega le sue origini a quei frati domenicani, che, nel 1221, si stabilirono in Firenze. La fondazione ufficiale, tuttavia, per suggerimento del Granduca di Toscana, è del 1612; ne è direttore Fra’ Angiolo Marchissi, l’artefice primo del successo dell’Aromateria e dei suoi prodotti, il quale riceverà dal Granduca l’onore di chiamarla Fonderia di Sua Altezza Reale. Nel XVIII secolo, grazie anche alla genialità delle tante formule elaborate dai frati speziali, la notorietà della Farmacia valica molti confini e le esportazioni arrivano nelle Indie e nella lontana Cina.
Da allora, la diffusione dei prodotti è andata in continuo crescendo e, benché la produzione sia sempre della sola Casa Madre di Firenze, altri punti vendita si sono aggiunti a Roma, Milano, Forte dei Marmi, Lucca, Rimini, Parigi e
Londra.
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