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L’Ospedale del Ceppo di Pistoia, fondato nel 1277, è il luogo dove da sempre i cittadini trovano accoglienza e cura. Qui anche nei momenti più drammatici della lunga storia della città, durante le pestilenze, le guerre o le carestie, i religiosi ed i laici, si dedicarono alla cura degli ammalati, dei pellegrini e di tutti quei derelitti così ben rappresentati sulla facciata dell’edificio nelle Sette opere di Misericordia. Il fregio, in ceramica invetriatra, è stato eseguito nel Cinquecento da Santi Buglioni e da Giovanni della Robbia.
Fin dal Seicento l’Ospedale fu anche sede di una prestigiosa scuola medico-chirurgica. Successivamente l’indirizzo chirurgico dell’insegnamento prevalse su quello medico e tra il 1770 e il 1780 si rese necessaria la costruzione di una nuova sala di anatomia, concepita come un vero e proprio “teatro anatomico” che, sull’esempio di altri ospedali e di università, doveva servire alle lezioni teoriche e pratiche. La piccola sala, situata all’interno di un edificio nel giardino dell’ospedale, è un anfiteatro di forma ovale, completamente affrescato, con al centro il tavolo anatomico in marmo e ai lati due serie di banchi per gli studenti che assistevano alle lezioni.
L’Ospedale del Ceppo possiede una particolare e preziosa collezione di ferri chirurgici databili tra il XVII e il XIX secolo, oggi esposti nella Sala dell’Accademia Medica “Filippo Pacini”. Tra questi rivestono particolare importanza i bisturi, strumenti chirurgici per eccellenza che pare siano stati inventati a Pistoia. Secondo le fonti, infatti, nel medioevo si fabbricavano i Pistorienses gladii cioè pugnali a lama corta a due tagli e coltelli sottili ed aguzzi detti anche rispettivamente “pistolesi” e “pistorini”. Da “pistorino” derivò il termine “bisturino” e poi il “bisturì” francese.
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