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La dimora, posta a destra del torrente Agna, sulla strada che da Montale porta ad Agliana, si trova a sei miglia circa da Pistoia e da ciò sembra derivare il nome di “Smilea”. La Villa, con i due possenti torrioni che svettano all’ingresso del paese, ha conservato l’aspetto di antica roccaforte. Infatti, l’edificio, probabilmente costruito su strutture preesistenti, risalenti alla seconda metà del Trecento, sembra aver ricoperto, da subito, funzioni difensivo militari. Nondimeno, risalgono al 1427 le prime notizie documentarie, dalle quali l’immobile risulta di proprietà di Gabriello e Giovanni Panciatichi, discendenti di una delle più importanti famiglie pistoiesi e cittadini eminenti di Firenze. La proprietà rimase ai Panciatichi fino al 1611, quando fu venduta a Francesco di Piero Covoni, appartenente a un’antica e nobile famiglia fiorentina.
Ai nuovi proprietari si deve la trasformazione in villa e, verso la fine del XVII secolo, la costruzione di nuovi ambienti legati all’attività agricola della fattoria, che ne ridisegnarono il profilo meridionale dell’intero complesso. Nel 1824, morì alla Smilea Marco Covoni e il figlio adottivo, Giovan Battista Filippo Pandolfini, ne ereditò la proprietà e i titoli. Ai primi nel ‘900, Maria Covoni Pandolfini sposò il principe Giuseppe Borghese e cedette la proprietà al figlio Gian Giacomo. Dai primi anni Novanta il complesso ha subito vari passaggi di proprietà e, solo nel 2003, il Comune di Montale è entrato in possesso del corpo più antico, avviando, nel 2004, i restauri.
Terminati i lavori nel 2008, l’Amministrazione Comunale ha restituito alla cittadinanza uno dei monumenti più
significativi del suo patrimonio storico artistico. Abbazia di San Salvatore in Agna Inglobata nel centro urbano di Montale, è la Badia di San Salvatore in Agna, già monastero di origine longobarda, documentato fin dal 772, con prevalente funzione di hospitium per i viandanti. Passata al Vescovo di Fiesole, nella seconda metà del X secolo, la chiesa fu ricostruita nell’XI secolo, secondo forme romaniche lombarde, in buona parte conservate ancora oggi. Divenuta proprietà dei Canonici Lateranensi sino al 1778, fu, in quell’anno, data all’Ordine cavalleresco di Santo Stefano e, al momento della soppressione dell’ordine, alla metà dell’Ottocento, divenne proprietà del marchese
Mario Covoni Pandolfini, già proprietario della vicina Villa Smilea, passando, poi, ai principi Borghese, che l’hanno
donata, recentemente, alla Diocesi di Pistoia. Della vecchia abbazia longobarda rimane solo la pregevole ampia cripta; la chiesa, a tre absidi e una navata, fu restaurata, una prima volta, nel 1030 e quasi completamente ristrutturata nel 1920.
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