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Il comprensorio del Comune di Serravalle, caratterizzato dalle zone collinari ove sorgono i borghi di Castellina, Serravalle e Vinacciano, si protende, con le frazioni di Cantagrillo e Casalguidi, nell’area pianeggiante bagnata dal torrente Stella. Nonostante queste terre manchino di sicuri riferimenti per l’età romana e altomedioevale, sappiamo
che, sicuramente, la via Cassia, nel tratto Lucca - Pistoia, attraversando la catena del Montalbano, interessava il passo di Serravalle. La strada si mantenne di grande importanza anche nel Medioevo, confermando il valore strategico della posizione di Serravalle. Il castello di Serravalle sembra assumere particolare importanza nel XII secolo, quando il Comune di Pistoia lo fortificò con torri e mura. In questo periodo, il castello conobbe un momento di grande sviluppo e, per la sua posizione strategica, ebbe un ruolo rilevante nelle contese tra Guelfi Bianchi e Neri, che caratterizzarono la storia toscana di quegli anni. È riconducibile a tali interventi la costruzione di una rocca sul punto più elevato della collina, della quale rimane oggi la sola e altissima torre, detta del Barbarossa. Nella prima metà del Duecento, Serravalle conobbe un momento di grande sviluppo e, quindi, quella caratterizzazione monumentale e artistica, che, ancora oggi, lo rende uno dei più interessanti castelli medievali toscani. All’inizio del Trecento, Serravalle fu assediata e presa dai lucchesi, poi conquistata dal condottiero
ghibellino Castruccio Castracani. Nel 1351, il castello passò sotto il dominio fiorentino e, da allora in poi, Serravalle e il suo territorio conobbero un periodo relativamente pacifico, interrotto solo da qualche sporadico episodio bellico. Sotto Cosimo I de’ Medici, fu sede della podesteria e, nel 1866, divenne comune del Regno d’Italia.
La chiesa di Santo Stefano: risale, con ogni probabilità, alla seconda metà del Duecento. L’edificio attuale conserva, pur con qualche rimaneggiamento, l’antica facciata romanica dall’alto profilo a capanna e resti dell’originaria muratura sui fianchi laterali. La torre campanaria, addossata sul lato destro della facciata, faceva parte, in origine, del sistema difensivo del castello e ha conservato l’antico passaggio con volta in pietra. L’interno, ad aula unica, è stato più volte rimaneggiato sin dal disastroso incendio del 1501. Tra gli arredi più pregevoli, si annoverano le statue di San Ludovico di Tolosa e di Sant’Antonio Abate della scuola di Giovanni della Robbia. Il modellino del paese di Serravalle che il San Ludovico tiene in mano deriva da una leggenda, secondo la quale Ludovico di Tolosa, in segno di riconoscenza per la carità ricevuta dagli abitanti del castello, avrebbe salvato, nel 1306, il borgo, apparendo alle milizie lucchesi in procinto di sferrare l’assalto decisivo. I paesani, ancora oggi devoti al Patrono, ne celebrano la festa il 19 di agosto. È, poi, di un certo interesse il Crocifisso ligneo dell’altar maggiore, datato 1619 ed eseguito dal pistoiese Giovanni Zeti. La Chiesa di San Michele Arcangelo: costruita in epoca romanica, è stata, successivamente, modificata. Realizzata in conci squadrati di alberese, è formata da un’unica navata, conclusa da un’abside semicircolare, decorata all’esterno con mensolette scolpite a testine umane e a motivi astratti. All’interno, si conservano un affresco del secolo XIV raffigurante il Miracolo di San Biagio e un pregevole trittico raffigurante la Madonna con il Bambino in trono e santi, realizzato nel 1438 da
Bartolomeo di Andrea Bocchi.
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