Visita al tumulo principesco di Montefortini e al Museo Archeologico di Artimino


14
GIU
2008
Visita al tumulo principesco di Montefortini e al Museo Archeologico di Artimino
Incontri d'Arte 2008-Visite guidate gratuite
Artimino

Testimonianze etrusche dell’antica Artimino (comune di Carmignano) Le ricerche condotte nel territorio di Carmignano dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, a partire dal 1965, hanno restituito testimonianze di grandissimo interesse relative alla città etrusca di Artimino e, in particolare, alle sue splendide architetture funerarie risalenti al VII secolo a.C., ovvero alla fase “orientalizzante” della civiltà etrusca. Lo straordinario sviluppo di quest’area deve essere connesso alla sua felice posizione geografica, elevata sulla piana
fiorentina, in prossimità della confluenza dell’Ombrone Pistoiese nell’Arno, in grado di controllare le direttrici di scambio che provenivano dai territori senese e volterrano e dalla costa tirrenica e proseguivano verso la Valle Padana. Artimino si sviluppava sui deboli rilievi attualmente occupati dal borgo medioevale e dalla maestosa Villa Medicea la “Ferdinanda”, dove era probabilmente ubicata l’acropoli della città; una necropoli si estendeva sul versante sud-orientale, a Prato di Rosello. Alcune tombe gentilizie si ergevano ai piedi del colle, a Comeana, fra le quali il grandioso tumulo di Montefortini. Punto di riferimento e di controllo strategico del territorio, di fronte ad Artimino, era l’insediamento di Pietramarina, sulla sommità della propaggine meridionale del Montalbano.
Buona parte dei reperti archeologici restituiti da questo territorio è esposto nel Museo Archeologico Comunale di Artimino, ubicato nei sotterranei della Villa Medicea “La Ferdinanda”. Di grande interesse è la ricostruzione della tomba a pozzo del tumulo B di Prato Rosello, con il corredo del giovane guerriero che vi è stato deposto. Oggetto
principe del museo è lo straordinario incensiere di bucchero dal tumulo C della stessa necropoli, un oggetto senza raffronti negli altri ambiti dell’antica Etruria, ma di grande pregio sono anche i corredi degli altri complessi orientalizzanti del territorio (i tumuli di Montefortini e dei Boschetti a Comeana), con una straordinaria coppa di vetro turchese ed elementi d’avorio - oltre alle armi di ferro, ai monili, alle originali appliques di bronzo, al vasellame di ceramica di forme peculiari, sovente decorato a lamelle metalliche applicate - che attestano la solidità dell’aristocrazia locale, in grado di intessere relazioni politiche ed economiche a livello internazionale, sia direttamente, sia attraverso la mediazione di naviganti greci o fenici. Il tumulo principesco di Montefortini è una collinetta artifi ciale, di diametro superiore a 70 metri, all’interno della quale sono collocate due tombe a camera:
la più antica, della metà circa del VII secolo a.C., - indagata nel corso degli anni Ottanta – è a pianta circolare (tholos); l’altra, riportata alla luce nel 1966, è a pianta rettangolare. La prima ha restituito un ricchissimo corredo funebre, che, fra l’altro, comprende una serie di preziose tavolette d’avorio istoriate, figurine d’avorio a tutto-tondo e una straordinaria coppa di vetro blu.