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Il castello dell’Imperatore di Prato è la più signifi cativa testimonianza nell’Italia centro-settentrionale della scuola architettonica che si sviluppò attorno alla personalità complessa e affascinante di Federico II della famiglia Hohenstaufen di Svevia (1194-1250), imperatore del Sacro Romano Impero. Edifi cato dall’architetto siciliano Riccardo da Lentini, già autore di altri fortilizi in Puglia e in Sicilia, il castello fu innalzato tra il 1237 e il 1248 sul luogo dell’antica fortezza dei conti Alberti, in un punto strategico per il controllo dei maggiori assi di comunicazione tra il nord e il sud della penisola. La morte di Federico II (1250) impedì il completamento degli interni del castello che, solo in epoca successiva, vennero adattati alle diverse esigenze. Il castello ha pianta quadrilatera con struttura in pietra alberese; quattro torri a pianta quadrata sono innestate sugli angoli e quattro torri al centro di ogni lato, di cui due pentagonali. Si accede al castello da un monumentale portale con volta ogivale, che presenta una fusione di elementi bicromi bianchi e verdi, dominato da due leoni, pregevole testimonianza della
cultura nordica. Nell’interno, dove si apre un ampio cortile un tempo circondato da portici, si conservano le sale delle torri con volte ogivali e due scale a chiocciola che permettono l’accesso ai camminamenti, luogo panoramico suggestivo sul centro monumentale della città e sulle montagne circostanti. A metà del XIV secolo fu costruito il cassero, in antico defi nito “corridore”, un camminamento fortificato, su due livelli , che metteva in comunicazione diretta le mura in prossimità della porta Fiorentina con l’interno del castello.
Palazzo Datini
Il Palazzo Datini fu l’abitazione del celebre mercante Francesco di Marco Datini (Prato 1335-1410). Il primo nucleo del palazzo fu una casa acquistata dal Datini nel 1354 e immediatamente sottoposta a grandi lavori di ristrutturazione. I primi consistenti lavori, come ci testimonia lo stesso Datini, risalgono al 1383, ma quelli più signifi cativi furono compiuti fra il 1387 e il 1390, quando l’edificio, inizialmente a un solo piano, fu rialzato e fu costruito il cortile con loggia e pozzo. Intorno al 1390 fu affi data al pittore Niccolò di Piero Gerini e alla sua bottega la realizzazione di gran parte della decorazione pittorica ad affresco degli interni. Nello stesso periodo le sale vennero decorate da artisti come Agnolo Gaddi, Bartolomeo di Bertozzo e Tommaso del Mazza. Il palazzo è oggi sede dell’Archivio di Stato dove sono conservati importanti fondi archivistici e l’intero Archivio Datini, il più ricco e completo di corrispondenza e di registri mercantili esistente al mondo, fonte basilare della storia economica del tardo Medioevo.
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