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A più di trent’anni dalla prima ed insuperata mostra dedicata agli ultimi Medici, torna a Palazzo Pitti il fasto tardobarocco della corte fiorentina, nel contesto europeo che, grazie al matrimonio tedesco dell’ultima Principessa della dinastia toscana, vide i Medici ancora protagonisti prima del declino e dell’estinzione della casata.
Anna Maria Luisa de’ Medici (1667-1743), figlia del Granduca Cosimo III e di Marguérite-Louise d’Orléans, fu, infatti, l’ultima dei Medici. Nel 1691 sposò Johann Wilhelm von Pfalz-Neuburg, Elettore Palatino, trasferendosi a Düsseldorf col titolo di Elettrice Palatina, con il quale è oggi più conosciuta.
Il suo nome è indissolubilmente legato al destino della città di Firenze. All’ultima Principessa medicea si devono infatti la salvaguardia e la conservazione sino ad oggi, nei luoghi originari, dell’immenso patrimonio artistico raccolto dai Medici nei tre secoli della loro dominazione in Toscana.
L’articolo terzo della Convenzione stipulata nel 1737 tra l’Elettrice Palatina ed il primo Granduca di Asburgo-Lorena , Francesco Stefano, e meglio nota come ‘Patto di Famiglia’, impegnò infatti la nuova dinastia regnante a non trasportare “o levare fuori dalla Capitale e dello Stato del Granducato … Quadri, Statue, Gioie ed altre cose preziose…della successione del Serenissimo Granduca” affinché esse rimanessero “per ornamento dello Stato e per attirare la curiosità dei Forestieri”. La volontà lucida e modernissima di Anna Maria Luisa de’ Medici consegnò quindi infatti, al futuro, Firenze e il suo sterminato patrimonio artistico. La mostra a lei dedicata, a 270 anni dal Patto di famiglia, intende tuttavia proporre una più ampia vicenda artistica e collezionistica incentrata sulla figura dell’Elettrice Platina nonché su quelle del padre Cosimo III, del fratello Ferdinando e del marito Johann Wilhelm, tra i maggiori mecenati e collezionisti dell’Europa del tempo. Attraverso l’esposizione di opere d’arte di raffinatissima eleganza (capolavori di pittura e di scultura, stupefacenti arredi in pietre dure, bronzi di virtuosistica fattura, miniature, gioielli, porcellane), verrà quindi riproposto quel clima di squisita attenzione per le arti che coinvolse ed unì strettamente, tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento, le due corti di Firenze e di Düsseldorf, e quindi l’Italia, la Germania e
i Paesi Bassi.
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